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Paesc di Padova. Un primo bilancio del percorso partecipato

Si è concluso, dopo tre mesi di incontri, il percorso partecipato di condivisione, discussione e implementazione delle azioni previste dal nuovo PAESC (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima) del Comune di Padova.

I nuovi stringenti obiettivi europei – che passano dal 40 al 55% di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, rispetto all’anno di riferimento 2005 – impongono alle realtà urbane e metropolitane di adottare coerenti misure di mitigazione e adattamento. Un obiettivo impegnativo ma raggiungibile con la cooperazione di tutti gli stakeholders del territorio e la disponibilità delle numerosissime organizzazioni già attive.

Il processo di analisi e valutazione del documento ha permesso di definire azioni che porteranno alla riduzione del 52% (attualmente Padova si attesta intorno al 38%). Per il 3% mancante c’è bisogno del contributo volontario di gruppi e associazioni con cui Padova attiverà dei patti di collaborazione.

Il processo partecipato, cui abbiamo preso parte, ha evidenziato, oltre allo sforzo dell’amministrazione e dei soggetti istituzionali coinvolti (ASL, Università, ecc.), la capacità di mobilitare le associazioni di cittadinanza da cui sono emersi numerosissimi spunti, suggerimenti, ulteriori azioni e disponibilità a contribuire.

Il dato preminente riguarda l’impatto emissivo del comparto privato. Tutti gli sforzi che la municipalità può mettere in campo, secondo le proprie competenze, non possono essere sufficienti: le numerose e complesse azioni realizzate, in itinere e da realizzare – che vanno dall’edilizia alla gestione efficiente dell’energia e del regime delle acque, dalla mobilità alle reti e servizi, dal GPP a un’economia basso-emissiva, alle misure di mitigazione e adattamento – in tutto un centinaio di azioni, non riescono, da sole a centrare l’obiettivo (che dovrebbe portare alla carbon neutrality al 2050).

In tema di sostenibilità, emerge la distanza tra la due diligence pubblica e quella privata, quest’ultima ancora molto lontana dall’essere consapevole e impegnata in questa comune strategia. Industria, terziario, residenziale e trasporti privati sono ancora in fortissimo ritardo e serviranno campagne importanti di sensibilizzazione e sostegno affinché anche qui si cambi drasticamente rotta.

Cruciale sarà, adesso e in futuro, il ruolo di associazioni e gruppi di cittadinanza organizzata per affiancare, sul territorio e operativamente, le amministrazioni portando tutto il proprio bagaglio di conoscenza ed esperienza. La crisi climatica che, come vediamo, innesca una escalation di crisi, impone l’impegno diretto di ciascuno, individualmente e collettivamente.