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SIAMO TUTTI LICHENI

“Siamo tutti licheni” è la frase conclusiva di un articolo pubblicato nel dicembre 2012 su The Quarterly Review of Biology. L’articolo si intitola Una visione simbiotica della vita: non siamo mai stati individui, di cui sono co-autori il biologo Scott F. Gilbert, lo storico della biologia Jan Sapp e lo storico e filosofo della scienza Alfred I. Tauber. L’articolo identifica sei criteri in base ai quali l’individualità viene definita nelle scienze biologiche: anatomica, embriologica, fisiologica, immunologica, genetica ed evolutiva. Gli autori sostengono che gli organismi non possono essere definiti come individui da nessuno di questi sei criteri: nessun organismo è autonomo e indipendente; piuttosto, tutti gli organismi sono come i licheni, la fusione simbiotica di un fungo e batteri fotosintetici o alghe.

Occuparsi di ecologia o ambientalismo, come studiosi o attivisti, significa conoscere non solo i sistemi “fuori di noi”, ma anche la complessità biologica e bioevolutiva dei nostri corpi, come parte degli ecosistemi e come ecosistema esso stesso. È fondamentale conoscerci in modo fattuale come specie, inscindibile dagli altri soggetti viventi e non.

Dice Chip Ward, autore e attivista statunitense:

Tre fatti.
Fatto uno: nel bene o nel male siamo intessuti nella matrice microbica di un pianeta fluido dove alla fine siamo tutti a monte e a valle l’uno dall’altro.
Fatto due: incarniamo i nostri habitat perché respiriamo, beviamo, mangiamo e tocchiamo.
Fatto tre: le decisioni che prendiamo su ciò che lasciamo entrare nella nostra aria, acqua, suolo e cibo si traducono in carne e sangue, ossa, nervi ed esperienza quotidiana.

Dati questi tre fatti, le decisioni sulla salute pubblica sono migliori quando sono prese in modo aperto e inclusivo, quando sono ben informate e quando sono responsabili. La cattiva gestione è ciò che accade quando si nega o si ignora la nostra profonda comunione biologica con il pianeta che genera la vita e quando le decisioni sulla salute pubblica sono segrete, insulari, disinformate e inspiegabili. Questa non è ideologia o qualche politica traballante, è scienza.

Quando ignori la scienza, quando non sei più radicato nel mondo esistenziale, quando ignori il rischio, quando deridi gli esperti e operi con l’illusione che la verità sia qualunque cosa dici e che i fatti non contano, allora ci saranno conseguenze forse terribili. Non si tratta di rosso vs blu… Si tratta di come la salute del proprio ambiente politico e sociale sia inseparabile dalla salute del proprio ambiente naturale e, sì, anche della propria salute e benessere personale.

Sappiamo come il nostro corpo sia in realtà un insieme di organismi in simbiosi. Sappiamo come colonie di batteri siano indispensabili per le nostre funzioni organiche primarie, senza le quali non potremmo sopravvivere. Per non dire dei mitocondri che albergano in ogni nostra singola cellula con un proprio DNA, permettendole di trasformare l’ossigeno in energia vitale.

La nostra comunione biologica con il pianeta che genera la vita è completa, inevitabile e profonda: come gli altri animali mangiamo, respiriamo, beviamo e tocchiamo. Incarniamo i nostri ambienti ed essi si incarnano in noi. Man mano che i nostri habitat diventano “noi”, li esprimiamo, in salute quando sono sani, in malattia e stress quando sono tossici. Siamo vulnerabili perché siamo tessuti nel tessuto microbico del pianeta nel bene e nel male.

E poi esiste una cosa che chiamiamo “società”, o meglio comunità, anch’essa un super-organismo, che inaliamo andando a scuola, al lavoro, in ogni locale e luogo delle nostre città. Viviamo percependoci come individui ma ecologicamente siamo un insieme. Ad essa va riservata la stessa conoscenza, la stessa cura, la stessa attenzione: la solidarietà e il mutuo appoggio sono espressioni di questa realtà biologica.